I cigni sono in
stretta relazione con gli dèi luminosi d'Irlanda, i Tuatha Dé Danann, e sono il
simbolo di saggezza, amore sincero, fedeltà per la/il propria/o compagna/o,
innocenza, purezza, forza e coraggio. Il cigno dona la capacità di interpretare
i sogni e rappresenta l'evoluzione spirituale. E' legato all'acqua (dove
nuota), all'aria (dove vola) ed alla terra (dove si posa), ma rappresenta
soprattutto il fuoco del sole da cui trae il suo potere per padroneggiare gli
altri tre elementi. Rappresenta la comunicazione fra gli elementi, fra i
diversi mondi e come animale sacro alla Dea è considerato un simbolo del sole e
un messaggero degli dèi, benefico e sacro possessore di poteri magici legati alla
musica e al canto, uniti ai poteri terapeutici del sole e dell'acqua: il cigno
rappresenta anche la luce interiore dello spirito umano, la scintilla divina
nell'uomo. Il suo volo è paragonato al ritorno dello spirito verso la propria
sorgente e rappresenta la parte dell'uomo che tende al bene, al meglio di sé,
alla perfezione, alla spiritualità. Proprio per queste sue caratteristiche il
cigno viene considerato l’animale sacro a Brighid, dea dal Triplice Volto: Dea del Fuoco sacro e
delle Acque, Signora dei Bardi, che, si narra,
indossassero mantelli fatti con piume di cigno. Nel medioevo era
l'emblema della cavalleria mistica e rappresentava il cavaliere che partiva
alla ricerca del Graal, la Sacra Coppa. Il cigno, nell'Europa settentrionale
precristiana, era l'icona del dio solare che inviava luce, calore e fecondità
al mondo. Presso i Lapponi la sua immagine è ancora oggi un talismano, ed il
suo becco un amuleto che le giovani spose portano su di loro fino a quando il
primo figlio non sia diventato adolescente. Presso i Celti i cigni guidavano la
barca solare nell'oceano celeste. Ma erano anche la forma di molti esseri
celesti quando penetravano nel mondo visibile. Simboleggiavano infine lo stato
superiore o angelico dell'essere liberato che ritorna al Principio supremo.
Nella mitologia greca compaiono molte metamorfosi di esseri umani in cigno. Le
più celebri sono quelle di Zeus, che si tramutò in cigno due volte: una per
sedurre Nemesi, l'altra per sedurre Leda. Nemesi, figlia della Notte, sfuggendo
a Zeus, si gettò in mare trasformandosi in pesce, poi risalì sulla terraferma
assumendo la forma di vari animali per confondere l'inseguitore; Zeus la
raggiunse quando era in forma di oca e la possedette con le sembianze del
cigno. Nemesi dopo alcuni mesi depose un uovo color giacinto azzurro, da cui
sarebbe uscita la bella Elena. Leda (il cui nome presso i Lici era Lada, che
significa "donna", analogo a Latona o Letò o Lat, madre di Apollo) si
unì a Zeus-Cigno in forma di essere umano o in forma di oca a seconda delle
versioni. Frutto dell'amore furono due uova; da una nacquero i Dioscuri (lett.:
"figli di Zeus"), dall'altro Elena e, pare, Clitennestra.
Secondo alcuni gli
amori del cigno e dell'oca raffigurano simbolicamente un unico uccello
simbolico dalla duplice valenza maschile-femminile, un essere ermafrodito da
cui nasce il mondo, in forma di uovo. Così è facile collegare le uova di cui
sopra al rosso uovo, detto glain nella mitologia celtica, deposto dalla Grande
Madre lungo la riva del mondo, o all'uovo del mondo covato dall'oca del Nilo, o
all'uovo cosmico (Brahmanda) covato dall'hamsa sulle acque primordiali.
La mitologia
abbonda poi di fanciulle fatate (Sidhe) che si manifestano nel mondo degli
uomini sotto le mentite spoglie di bianchi cigni, solitamente adornati di catenelle d’oro o
d’argento. Sempre in cigno si tramutò Oengus McOg pur di divenire l’amante di una dama conosciuta in sogno; e Midir,
principe dei Tuatha Dè Danaan irlandesi, si mutò con Etain in cigno per fuggire
nell’Altromondo. Il lungo collo ricurvo ricorda il serpente, a sua volta metafora della saggezza, creatura
legata alla terra. Animale che ricorda la shakti, ovvero l’energia vitale
femminile che si risveglia e connette alla Terra. Questo legame con l’Aldilà
pare venga ulteriormente rafforzato se si analizzano alcuni racconti, nei quali
le metamorfosi in cigno avvengono spesso
a Samhain, ovvero nel giorno più sacro ai celti: giorno nel quale si riteneva
che il velo tra questo e l’altro mondo fosse oltremodo sottile e che le anime
potessero tornare a far visita ai propri cari. Il cigno è dunque simbolo degli
opposti, della mutazione, del cambiamento che, se accettato pianamente,
permette la trasformazione e la crescita dello spirito. Consente di guardare
Oltre. Oltre i confini, oltre le apparenze, oltre le disarmonie. Il Cigno
diviene il simbolo del nostro viaggio interiore verso il divino, ciò che ci
permette di evolverci da brutti anatroccoli a magnifiche creature. E’ fuoco e
acqua, dalla cui unione origina il vapore, o, più romanticamente, la nebbia.
Nebbie chiuse a protezione di Avalon, isola di cui il cigno è guardiano. Si
narra infatti che nelle acque che circondano l’Isola di Vetro nuotino molti cigni e che la stessa barca
usata da Morgana abbia proprio questa forma.
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