Secondo il mito, era la figlia
prediletta e più potente di Dana e Beli. Il suo nome significa “Ruota
d’Argento” o “Madre molto prospera”. Il suo consorte è Nwyvre
('cielo, spazio, Firmamento') ma è sopravvissuto solo di nome. Signora
della Via Lattea, Dea delle stelle, della luna, della fertilità, della magia,
della giustizia e della reincarnazione. Fortemente legata al mare, come la luna
il suo viso è diafano e misteriosamente incantevole e la sua bellezza
impareggiabile. Guardiana della ruota d’argento delle stelle, simbolo del
karma, il suo compito consiste nel condurre le anime dei trapassati nel suo
castello a spirale, Caer Arianrhod, o Caer Sidi, nella costellazione della
Corona Boreale, o luci del nord. Ed è lì che i trapassati attendono che la ruota
giri fornendo loro l’opportunità di rinascere. Arianrhod è la maestra di Caer
Sidi, la Torre dell'iniziazione dell'Altromondo. E 'stato detto che
è a Caer Sidi che i poeti appresero la saggezza delle stelle. Quindi lei
accompagna i morti oltre il velo, ma fa anche il percorso inverso, cioè conduce
dalla morte alla vita e sin dalla nascita illumina la strada nell’oscurità,
dunque rappresenta anche il coraggio di avventurarci dove non conosciamo la
strada, il coraggio di andare oltre i nostri limiti.
Arianrhod, quindi, è il collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti,
che unisce tenebre e luce. Il buio è anche ciò che per noi è ignoto,
l’inconscio, quanto nella nostra vita è nascosto ma presente. Lei è la torcia
che fa luce in questo reame sconfinato che spesso neghiamo, o forse non
riconosciamo, di avere. La sua funzione è di guida, illuminazione e libertà.
Arianrhod presiede all’aurora, alle fasi lunari e a tutte le questioni
femminili, alle nascite, ai matrimoni, alla fertilità e ai riti lunari ma può
portare anche sterilità, carestia, fame, guerra e morte presentando il suo
terrorizzante lato oscuro. Secondo i miti poteva trasformarsi in gufo, il suo
animale preferito. Attraverso gli occhi del gufo, vede anche nelle tenebre del
subconscio umano e dell'anima. Il gufo simboleggia la morte e
rinnovamento, la saggezza, la luna, la magia, e le iniziazioni. Si dice
che voli con forza per tutta la notte donando conforto e guarigione a coloro
che la cercano. La sua festa cadeva il 2 dicembre, ma si invocava la sua
benevolenza a ogni Luna Piena. Ella aveva tre aspetti: una fanciulla (la Luna
Crescente), una madre (la Luna Piena) e una vecchia (la Luna Calante). Era la
Luna nel cielo, la Madre di tutto il creato sulla Terra e anche la dea
dell’Oltretomba; come Luna era legata alle fasi, come Terra alle stagioni, come
dea dell’Oltretomba presiedeva alla nascita, alla morte e alla vita dopo la
morte. Arianrhod è considerata una Dea Vergine e Madre, dunque iniziatrice per
eccellenza. Secondo il mito narrato nel Mobinogion, partorisce due figli al re
senza conoscere uomo, camminando sul bastone magico di Math. Il primo viene
chiamato Dylan, bambino solare divino, Dio del mare, che in forma di pesce
ritorna subito nell’oceano, nel grembo della Madre, il vuoto cosmico dove
alberga il nostro sé divino. Il secondo Llew Ilew Gyffes “leone dalla mano
ferma” viene cresciuto da Gwydion il mago poiché Arianrhod rifiuta di
riconoscerlo. La Dea pone tre gaesa, tre prove o comandamenti magici, sul
bambino: non potrà avere un nome, delle armi e una sposa di questo mondo. Llew
(assimilabile al Dio del sole Lugh) dovrà così usare il suo coraggio, la sua
forza e la magia di Gwydion per conquistare dalla madre un nome, quindi essere
riconosciuto come figlio, venire propriamente all’esistenza come uomo, una
prima iniziazione; ricevere le armi, dunque una seconda iniziazione, quella
della vita adulta di guerriero; ed infine una sposa che Math e Gwydion
creeranno per lui dai fiori, la Bianca Blodeuwedd, altra Vergine che darà la
terza ed ultima iniziazione a Llew: quella della morte e della rinascita
spirituale. Arianrhod è dunque Signora del Destino Personale, colei che ci
mette alla prova per testare la nostra integrità e farci scoprire quella forza
interiore, quella consapevolezza a cui solo nei momenti di dolore e difficoltà
riusciamo ad accedere. E’ una madre giusta che ci spinge a realizzare il nostro
pieno potenziale, a vivere pienamente ed essere ciò che siamo nate per
divenire. Ci insegna che il tempo è circolare, per cui ogni fine non è altro
che un nuovo inizio. Il suo mito lega profondamente Arianrhod ad Avalon e alle
mitiche isole dei morti dell’occidente celtico, in cui la Dea e le sue figlie
accolgono i re morenti. Arianrhod si nasconde, ma quando compare è per porre un
ostacolo, per permettere la crescita, nel buio, nel calderone. I suoi simboli
sono la ruota d’argento, la spirale, la cornucopia, le stelle, il grano, la
spada, il telaio e la civetta.
venerdì 26 aprile 2013
Arianrhod - Signora della Ruota d'Argento
La Bianca Arianrhod
Questa storia bellissima, che merita di essere letta, è tratta dal Forum
di Millestorie http://www.millestorie.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=25516
Arianrhod
girò il Triskele tra le dita bianche come la neve. Dalla prima spirale uscì il
Cinghiale d'Oro rappresentante la terra ed il mondo materiale. Dalla seconda
spirale spuntò il Salmone di Cristallo personificazione dell'acqua degli
oceani, dei laghi e dei fiumi. Dalla terza spirale prese il volo il Drago del
Cielo con le sue ali d'aria che si tinsero nei colori dell'arcobaleno e del
turchese, sulle punte.
Il
Cinghiale le chiese il soffio della vita cominciando a girare la ruota
d'argento. Il Salmone volle l'elisir della fertilità. Il Drago desiderò il
respiro dell'etere potendo giungere all'alba e nel cuore della notte.
Appoggiò
l'indice sulla prima spirale, Ceugant, il mondo degli Dei.
Il
profumo dell'ambrosia le invase le narici mentre la Signora dell'amore faceva
germogliare intorno a sé i desideri più dolci e profondi, il Signore dei cieli
chiese alle stelle quale fosse il piacere più grande che avessero nell'anima.
Gli fu
risposto, la vita e la felicità.
Appoggiò
il dito sulla terza spirale, Gwynwydd, il mondo spirituale.
Una
grande forza benefica invase le stanze di Caer, il castello delle anime che
aspettavano la loro prossima incarnazione.
Miliardi
di preghiere si muovevano nell'aria come minuscole ali di farfalla
sussurrando
litanie con voci di fate. Le guardò snodarsi come un serpente infinito mentre
avvolgevano l'universo per dargli coraggio e respiro.
Mise il
dito sulla terza spirale, Abred, il mondo umano, la dimora degli uomini.
''Il
mondo dell'illusione,'' pensò.
'' Ogni
individuo ha una sua visione personale dell'universo, falsata dalle apparenze,
dai sentimenti dell'amore e dell'odio. L'invidia e la gelosia, le guerre, la
supremazia sono le forme più comuni del male che manipola la materia e la lega
al suo volere.
La
ricchezza e la povertà, i pregiudizi e l'immoralità, il conformismo e
l'animalità sono i veleni che oscurano la luce divina concessa ad ogni essere
umano.''
Passato,
presente e futuro si snodavano dal centro del Triskele, uniti in un Continuo
Infinito Presente che fluiva incessantemente e dove tutto coesiste. Lasciò
l'oggetto facendolo cadere nell'acqua ai suoi piedi.
Dalle
spirali fuoriuscirono flussi di potente energia che si diramarono in ogni
direzione.
''Il
nutrimento
l'essere
il
principio
la fine
il
silenzio
l'impermanenza
la non
dualità
la
compenetrazione
l'anima
i cinque
sensi
più il
sesto.''
Disse a
bassa voce.
La prima
stella della sera si affacciò nel cielo. Il suo scintillio fece da richiamo a
tutte le altre che apparvero una dopo l'altra.
Ormai era
giunto il tempo di uscire dalla porta della sera e tra pochi minuti avrebbe
fatto il suo ingresso illuminando terra e oceani con la luce del plenilunio.
Due
conigli saltavano l'uno di fronte all'altro sulla superficie luminosa del
castello.
Il primo
vedeva arrivare le anime del mondo, il secondo le vedeva uscire dal ponte
principale della bianca dimora.
Arianrhod
accarezzò il primo coniglio dicendogli:
''
Trattali bene mio dolce amico, hanno sofferto tanto nella prova umana perchè la
carne è soggetta al dolore e la morte li ha spaventati come un incubo che fa
paura.''
Poi si
rivolse al secondo:
'' E tu
mio buon consigliere, dà loro il consiglio migliore affinchè rimanga custodito
nella loro anima e li guidi nelle scelte che faranno nella vita. Se non ti
ascolteranno, abbi pazienza, una chance sarà stata loro concessa invano.''
La luna
piena uscì da dietro le alte montagne scure. Illuminò i mari ed i continenti
col suo velo d'argento. Tutti gli animali, le piante e gli spiriti che vagavano
ancora sulla terra, si fermarono a guardarla, chiedendole un po' di conforto
per le dure prove della vita.
Arianrhod
prese la sua lira di cristallo e pizzicando le corde sottilissime dello
strumento magico, diede loro granelli di pace facendoli cadere nell'anima di
coloro che riuscivano ad ascoltarla. Un dolcissimo incanto legava il cuore di
ogni essere che guardandola, riceveva una goccia di balsamo divino per le
ferite del cuore.
Gli
alberi respirarono a pieni polmoni quell'armonia celeste. Ogni radice, ogni
foglia, ogni fiore si inebriarono del magnetismo invisibile che nutrì ogni loro
fibra.
Un elfo
uscì dal portale del tempo salendo su una roccia alta per guardare meglio la
Signora del Castello di Caer, la Bianca Arianrhod che illuminando le notti,
culla il cuore di uomini, Dei e Semidei. La Madre che regola i liquidi
biologici della natura e dei mari regalando alla terra la fertilità della vita.
L'elfo
allargò le braccia al cielo e cantando con voce melodiosa, recitò la preghiera
di Arianrhod per donare miele divino ai due conigli della Bianca Dama della
notte.
''Tre
volte
tre
giri
tre
cerchi.
Tre fasi
tre stadi
tre
anelli.
Nove
cicli
nove
porte
nove
direzioni
acqua e
fuoco
terra e
aria
anima e
vento.
La culla
della nascita
la
custode della morte
ventotto
semi da dividere
uno dopo
l'altro.
Il velo
del mistero
lo
scrigno del silenzio
Crescente,
Piena e Calante
come le
fasi dell'esistenza.
La sfera
rotola nella notte
la ruota
d'argento gira senza fine.
Ogni
razza trattiene il suo nutrimento
e quando
il suo tempo è finito
lascia il
bozzolo
per
tornare nel suo ventre.
Tre nodi
tre
lodi
tre
battiti di mano.
La
Quercia e la Betulla
prendono
linfa dalle stelle.
Finchè ci
saranno gli alberi
ci sarà
anche il genere umano
figli,
padri, madri, amici e nemici
del
segreto della vita.
Dietro la
porta del castello
c'è la
fonte degli elfi
idromele
ed ambrosia
sono il
sangue che scorre loro dentro.
Tre
chicchi
tre
spicchi
tre
petali di trifoglio
ogni
giorno
sia un
tuo sospiro
ogni
notte
una magia
in più
dall'universo
ad ogni cuore sveglio.''
Quand'ebbe
finito, il piccolo elfo si sedette sulla radice di un frassino e prendendo da
una tasca il suo piffero magico, si mise a suonare dolcemente. Tutti gli
animali del bosco gli si fecero intorno e lasciandosi cullare da quelle note di
miele guardavano la luna piena e lasciavano volare intorno ad essa i loro
sogni.
Arianrhod
allungò una mano verso di lui e sfiorando il suo berretto verde, lasciò cadere
sul suo capo un pizzico di polvere di luna. L'elfo diventò un magnifico
unicorno alato che galoppando sull'acqua del fiume prese il volo andandosene in
giro tra le stelle. Ogni cometa, ogni asteroide e pianeta lo vide correre e
volare con le ali della felicità attaccate dietro le possenti spalle e di lui
serbarono un bellissimo ricordo quando la notte finì e l'elfo ritornò nel suo
regno fatato.
mercoledì 24 aprile 2013
Beltane (1 Maggio)
"Presto, presto, il primo
maggio è arrivato,
il tempo dell'amore è cominciato!"
"Beltane" significa "fuoco di Bel" e si riferisce ai falò che venivano accesi dai Druidi in onore del Dio celtico Bel, Beli, Beleno o Belenus. Egli è il Dio celtico della luce, del fuoco e della guarigione, aveva sì le qualità del sole ma non era prettamente una divinità solare, non essendo i celti specificatamente devoti del Sole che consideravano una divinità femminile. La festa è carica di simbolismi solari e ignei. In questo giorno venivano bruciati i fantocci antropomorfi in vimini. Questo giorno segna l’inizio del ciclo diurno e solare, il momento in cui il bestiame si avvia al pascolo. È parimenti una festa sacerdotale della massima importanza, in cui il re supremo d’Irlanda riaccendeva il fuoco sacro insieme ai suoi druidi e si festeggiava con giochi e banchetti. Beltane è anche conosciuto come la Vigilia di Maggio, il giorno di Maggio e la notte di Valpurga. I raccolti sono benedetti per l'anno che verrà e danzare attorno al fallico palo di maggio è una tradizione che ancora esiste in molti luoghi. La fertilità esplode dal guscio che una volta lo conteneva e il verde della terra sta velocemente ritornando ai nostri occhi. Nella vecchia Europa, interi villaggi celebravano Beltane scappando nei boschi per fare del sesso libero. Qualsiasi bambino fosse stato concepito durante questa occasione veniva considerato figlio degli Dei. Questi "matrimoni silvani" erano atti di magia simpatica che si credeva avessero un effetto positivo sul raccolto, sugli animali e su loro stessi. Veniva eletta una regina ed un re di Maggio per condurre i festeggiamenti. Rappresentavano infatti il Dio e la Dea in terra. Tradizionalmente, la regina di maggio cavalcava un cavallo bianco, mentre il re, uno nero. Il re di maggio era anche chiamato "il signore del palo di maggio", mentre la regina "vergine madre". Venivano incoronati con fiori e la giornata di festeggiamenti era seguita da una notte di amore. "I matrimoni di maggio" che accadevano questa notte, potevano durare un anno e un giorno o solo dal tramonto all'alba. La fertilità del raccolto è un tema importante in questo Sabba. Le scope venivano cavalcate come cavalli attraverso i campi dalle donne, in un simbolico rito di fertilità. Il Palo di Maggio era la parte centrale della celebrazione e sopra portava una ghirlanda. Il palo rappresentava le forze maschili e la ghirlanda quelle femminili. Gli uomini rincorrevano a cavallo le donne, cercando di prenderle, come Pwyll che rincorre Rhiannon (Lei non poteva essere presa se non voleva). Il palo era solitamente il pino che era stato decorato a Yule con la maggior parte dei rami rimossi. I nastri venivano attaccati nella parte superiore ed erano rossi e bianchi: il rosso del Dio e il bianco della Madre. I partecipanti avrebbero iniziato a danzarci attorno: gli uomini tenendo un nastro rosso e le donne quello bianco. Durante la danza i nastri venivano intrecciati per formare un simbolico incrocio di nascita attorno al palo fallico, che ovviamente rappresentava l'unione della Dea e del Dio.
Il falò era anche una parte del rituale e
il fuoco di Beltane era composto dai nove legni sacri ai Celti (betulla, quercia, sorbo, salice, biancospino, nocciolo, melo, vite, abete). I fuochi della
casa venivano spenti e venivano riaccesi dal fuoco sacro del rituale. I campi e
le case erano benedetti con delle foglie brucianti. Il bestiame veniva fatto passare tra due falò per essere
benedetto e per allontanare le malattie. Un'altra tradizione era quella di saltare sul fuoco tre
volte per avere buona fortuna. Le coppie avrebbero sancito la loro promessa
d'amore, saltando sul fuoco assieme. Si considerava sfortunato essere sposati
nel mese di Maggio, il matrimonio sacro era riservato al Dio e alla Dea.
Attività per Beltane
Beltane segna l'inizio dell'estate ed è un
tempo per festeggiare, celebrare e gioire. E' un momento per guardare avanti,
al futuro e per prepararci ai mesi caldi che verranno. E' anche tempo d'amore e fertilità. Nella tradizione celtica, i due grandi festival dell'anno solare
sono Samhain e Beltane, la celebrazione della morte e della rinascita,
rispettivamente. E' anche un momento di conoscenza profonda del sé e di
sviluppo del proprio potenziale, nella ricerca di una crescita personale.
La
prima mattina di maggio viene considerata magica per le acque (
rugiada, fiumi, cascatelle ), esattamente come per la rugiada del 24 giugno.
Infatti veniva raccolta e conservata ed utilizzata per fare bagni di bellezza o
bevuta per ottenere guarigione. Si dice che la fanciulla che fa il bagno in
questa acqua magica sarà bella per tutto l'anno che segue.
Gli ultimi tre
giorni di Aprile le case vanno purificate con fumigazioni di bacche di ginepro.
Un'altra usanza consiste nel attaccare nastri, o pezzi di stoffa (il colore dovrebbe rispecchiare la natura del desiderio) ai cespugli di biancospino, l'albero delle fate, esprimendo un desiderio, per propiziare amore, fortuna o guarigione. Lasciate un dono alle fate.
Indossate abiti dalle tinte
pastello, campanellini e fiori.
E’ il periodo adatto per organizzare
un pic-nic o una cena romantica.
Iniziate a raccogliere le prime erbe da
essiccare.
Cibi adatti per la festa sono insalate, frutti rossi, maiale e
manzo, vino, farina d'avena o torte d'orzo. I cibi tradizionali sono anche i
latticini e piatti come la crema di calendula ed il gelato alla vaniglia. E’ il
periodo in cui si prepara lo cherry e si inizia a gustare l’idromele, o il
sidro preparato in autunno.
E’ il momento migliore per i riti di passaggio.
Preparate dei sacchetti di protezione per voi e gli amici cari.
Organizzate una
festa e incoronate una regina e un re di maggio.
Danzate intorno al Palo di Maggio.
Accendete un falò e quando le fiamme si abbassano saltatevi sopra per purificarvi e attrarre buona fortuna.
Fate una coroncina o una
maschera di fiori e nastrini per rappresentare la Dea nella sua bellezza. Se
siete uomini fate delle maschere fatte di foglie per rappresentare la forza del
Dio.
domenica 14 aprile 2013
Danu
Danu sarebbe una Dea Madre, le prove della sua esistenza non sono accertate (consiglio di leggere il post, lunghetto, ma illuminante XD http://spaziosacroaltaredibrigida.blogspot.it/2013/06/le-tuatha-de-danann.html). Il nome di Danu significherebbe “conoscenza, acqua dei cieli”. Secondo il mito celtico il suo trono è collocato nella costellazione circumpolare di Cassiopea. In un mito, riscritto da Peter Berresford Ellis, Danu sarebbe la sposa di Bilè (Bilios, Beli). Secondo il mito fu Danu ad irrigare l’Albero del Mondo (rappresentato da Bilè, il cui nome significa “Albero Sacro”, è quindi un’unione simbolica e feconda tra le due divinità) e a concedere la vita alla Terra. Dalla loro unione nacque Dagda e Brighid. Molti fanno il parallelismo tra Danu e la gallese Don i cui figli sono: Gwydyon (scienza e luce), Arianrhod (Dea dell’alba, della Luna e delle Stelle, Signora della Via Lattea e custode delle anime), Nudd (Dio del cielo), Amaethon (agricoltura), Gofannon (arte del metallo), Penardun (moglie di Llyr, Signore del mare), Gilfaethwy, Nynniaw e Peibaw. Don era considerata la Dea degli Antenati, La Madre degli Dei, è una Dea antica, di cui si sa poco, progenitrice di tutte le tribù. L’unione della Dea con il Dio della tribù, celebrata nella mitologia e nel rituale tradizionale, rappresentava il legame tra il popolo e il suolo fertile. Peccato però che sia il mito irlandese che quello gallese siano stati oggetto di profonde rielaborazioni letterarie, ragione per cui non è molto agevole mettere in correlazione eventi e personaggi.
Alcune
delle più antiche pratiche religiose conosciute vengono da un popolo di origine
mediterranea, chiamato Dravidi, insediatosi circa 6.000 - 5.000 anni fa nella Valle
dell’Indo, prima ancora di loro vi furono gli Adivasi, una società tribale, di
stampo matriarcale e animista. La religione dravidica si fonda sul culto per la
Dea Madre, per il dio Shiva, per gli alberi sacri, per alcuni animali quali la
vacca e il cobra, e per i simboli sessuali intesi come continuità del genere
umano; molto importante è anche il rito della cremazione. La loro
religione fu trasportata nei millenni dai mercanti marittimi e da varie
correnti migratorie, fino a formare la base dei sistemi pagani di tutta Europa.
Le divinità dei Dravidi, ossia Shiva (o Isha) e Shakti (o Uma, Devi, Danu), possono
esser visti nella prospettiva di datazione, migrazioni e delle radici
tradizionali come i precursori della dualità europea del Signore e della
Signora. Si pensa, infatti, che alcune genti di origine indo-europea, si
stanziarono nella regione del Danubio e da lì si espansero in tutta Europa
all'inizio del 1 ° secolo a.C., giungendo fino all’Irlanda, dove vennero
chiamati "Tuatha de Danann" (Le tribù di Danu) perché portarono con sé
la loro Dea. Danu, Madre dei Danava, nei Rigveda è la personificazione delle
acque primordiali. Viene chiamata la madre di Vrtra, il serpente demoniaco
ucciso da Indra. La dea indù Danu è stata la madre degli oscuri Asura gruppo di
divinità in contrasto con i luminosi Deva. Mentre nello zoroastrismo, un'altra
antica religione indiana gli ahuras (Asura) sono gli esseri buoni e i Deva sono
gli esseri malvagi. Probabilmente questa contrapposizione di vedute dipende da
contrasti interni tra due o più tribù. La parola sanscrita danu, intesa come
"pioggia" o "liquido", viene paragonata all'avestico danu
che significa "fiume". In Irlanda, il nome della Dea significa
"rapido fluire." La radice "dan" significa invece
"conoscenza" in gaelico. In gallese "dan-" significa
"terra bassa" o "terra umida". Il nome Danu quindi sembra
affine con il sanscrito, "Dana" che significa "le acque del
cielo." In indù, Danu significa "sconosciuto".
giovedì 14 marzo 2013
Belisama
Belisama, il cui nome deriva dalla radice protoindoeuropea "bel" = "luce" e significherebbe "estate brillante", era la Dea gallica e ligure del fuoco, della saggezza, della forgiatura e dell'artigianato, moglie di Bel/Belenus/Belanu Dio del Sole, uno dei maggiori e più antichi déi europei, associata ad Atena/Minerva, anche lei come Brighid viene spesso raffigurata con un serpente e una scrofa bianca (antichi animali legati alla Dea Madre) e condivide con lei la radice del nome e le caratteristiche tanto da poter affermare che siano la stessa divinità. Il fatto che venga spesso rappresentata con dei serpenti fra le mani, sta ad indicare che era una dea della saggezza e della guarigione. Belisama era anche la Dea delle acque, signora dei fiumi, dei ruscelli e delle fonti sacre a scopo curativo e legato alla fertilità. Altre varianti del nome sono: Belisana, Belisna, Belisma, Belasama, Belesana. Iscrizioni con il suo nome sono state rinvenute dalla Gallia Cisalpina e Transalpina, a sud, sino alle isole britanniche, a nord. La sua pianta sacra era il biancospino e con questo, secondo la leggenda, avrebbe indicato a Belloveso il luogo di fondazione della città di Milano. Secondo una leggenda nei profondissimi sotterranei del Duomo ci sarebbe un lago, un grande lago circondato da arcate e sulla cui riva ci sarebbe un tempio dedicato a Belisana o alla Grande Madre. Belisama e il suo consorte vengono festeggiati a Beltane, il primo maggio.
********
Il primo santuario
La storia della piazza del Duomo non può andare disgiunta da quella del medhelan, “centro di perfezione” o “terra sacra di mezzo”, ossia del grande santuario celtico presumibilmente fondato nel primo quarto del VI sec. a.C., da cui derivò il nome latino di Mediolanum e quello odierno di Milano.
Un medhelan era un bosco sacro che si trovava, più o meno casualmente, al centro di una serie di coordinate terrestri e astrali, che facevano di esso il luogo ideale per il raduno dei druidi e della popolazione in particolari momenti celebrativi.
Il nostro santuario, destinato alla confederazione insubre, doveva presentarsi come uno spiazzo erboso circondato da alberi che formavano un’ellisse con gli assi di m 443 x m 323 ed era situato intorno a piazza della Scala, lasciando piazza del Duomo a meridione. L'accesso al santuario era garantito da un sistema di sentieri il cui tracciato venne mantenuto anche in età romana e si trasmise fino al XIX secolo; tra i tracciati viari quello che correva immediatamente a meridione del santuario condizionò l'orientamento dei posteriori edifici romani e per conseguenza l'orientamento di quella che sarebbe diventata la nostra piazza del Duomo. Questo tracciato è identificabile con l’attuale corso Vittorio Emanuele, piazza Duomo, Cordusio e via Broletto, il cui andamento curvilineo è ancora evidente, nonostante lo stravolgimento dell'orientamento operato per la realizzazione della piazza in età sabauda.
Il santuario di Belisama-Minerva
Le costruzioni più antiche rinvenute nell'area di piazza Duomo risalgono a due secoli dopo la fondazione del santuario, quando con la seconda ondata di Galli, conosciuta come invasione guidata da Brenno nel 390 a.C., al medhelan si affiancò il centro della confederazione insubre, secondo la leggenda col nome di Alba. Nonostante manchino reperti per stabilire la qualità delle abitazioni, nell’area di Palazzo Reale e della retrostante via Rastrelli sono stati fatti ritrovamenti databili tra la fine del V sec. e gli inizi del IV sec. a.C. Gli scavi nell’angolo SW di Palazzo Reale hanno restituito a - 5 m di profondità una piccola fornace del V sec. a.C. oltre a tracce di abitazioni non meglio definite.
Da Polibio sappiamo che gli Insubri avevano un tempio dedicato a Minerva, corrispondente alla celtica Belisama o Brigida, la “Luminosa”, che custodiva le insegne dette “inamovibili”. La tradizione locale identifica questo tempio con una piccola cella a base quadrata e forse circondata da un portico rinvenuta da Mario Mirabella Roberti all’interno della cattedrale estiva, con delle misure che si aggirano sui m 17 di lato.
La cittadella
Il medhelan continuò a sussistere accanto ad Alba e venne più tardi trasformato in cittadella, ossia circondato da un terrapieno rinforzato da palizzate, affinché la popolazione potesse trovarvi riparo nelle emergenze o vi si radunasse in occasione di feste o cerimonie. Aveva pur sempre carattere sacro, finché dall'imperatore Augusto in poi, dopo il divieto dei culti peculiari dei Celti, tale funzione venne gradualmente meno. Nell'antico medhelan si poté allora costruire (sono state trovate tracce di abitazione intorno a S. Fedele), ma avanzava ancora ampio spazio per i raduni, per cui rimase nella memoria collettiva a partire dal medioevo come arengo; il vocabolo pare essere di origine germanica e derivare da "ring" ossia "cerchio", forse per l'abitudine di disporsi intorno a chi parlava, ma nei documenti si chiama anche arenario, chiaramente per la presenza di terra battuta.
(Passo tratto da http://www.storiadimilano.it/citta/Piazza_Duomo/duomo_celti.htm)
"...E' una delle potenti Matres e quale rappresentazione del potere femminile è intimamente legata al sottosuolo, gli inferi, il grande ventre della Madre da cui nascono tutte le sorgenti. Da citare è la sorgente di Herse ( Francia ) situata nella foresta di Belleme, ovvero Belisama, in cui un'iscrizione latina rivela che era dedicata agli "Dei Infernali" ( da intendere nel senso pagano del termine ). Tra le rappresentazioni più interessanti, alcune statuette votive in cui viene raffigurata come una nobile donna ( elemento generatore - Terra - Acqua ) ornata di corona ( Fuoco - Luce - Regalità ) e coperta da una lunga veste. Il braccio destro è disteso lungo il corpo con la mano aperta, palmo rivolto in avanti. Il sinistro è invece piegato a livello del bacino con la mano semichiusa a forma di coppa. L'intera figura poggia sulla schiena di un uccello simile ad un anatra ( Aria - Acqua )...."
(Passo tratto da http://sacerdotessediavalon.blogspot.it/2012/01/belisama-una-delle-poche-divinita.html)
domenica 10 marzo 2013
Il Trifoglio
TRIFOGLIO
(TRIFOGLIO ROSSO)
NOME BOTANICO: Trifolium prantense
GENERE: maschile
PIANETA: Mercurio
ELEMENTO: Aria
DIVINITA’: Brighid
POTERI: protezione, denaro, amore,
fedeltà, esorcismo, successo.
DESCRIZIONE: Il trifoglio pratense o violetto
è senz’altro da tempo una delle leguminose foraggere più diffuse in Europa ed
in alcuni Paesi del vecchio continente raggiunge estensioni di alcune centinaia
di migliaia di ettari. Ha un comportamento cespuglioso ma può raggiungere
i 90 cm. di altezza, le foglie alterne, trifogliate; i fiori, piccoli e tubolari,
sono di colore porporino, formano dei capolini sferici circondati dalle foglie.
HABITAT E COLTIVAZIONE: Presente
in tutto il territorio Italiano, si trova in prati, pascoli, incolti, è molto resistente al freddo e preferisce i terreni argillosi
dal livello del mare fino ai 2.600 m.
RACCOLTA: Fiori da maggio a
settembre. Foglie tutto l’anno.
PROPRIETA’ MAGICHE E CURIOSITA’: E’ un
amuleto protettivo e porta fortuna. Il trifoglio è simbolo dell’Irlanda e della
Scozia, simbolo della saggezza druidica, associato al triskell e a tutto ciò
che esso rappresenta. Il trifoglio bianco si usa contro i malefici. Il
trifoglio rosso nelle operazioni finanziarie e per stimolare i desideri
sessuali. Spruzzare l’infuso di trifoglio rosso allontana gli spiriti maligni.
In generale il trifoglio portato all’altezza del seno destro porta successo in
tutte le iniziative. Se messo nella scarpa sinistra allontana il male. Vicino
al cuore avvolto in un pezzo di seta blu aiuta a superare le delusioni d’amore.
PROPRIETA’ CURATIVE:
Il trifoglio dei prati
depura l’organismo sia a livello epatico che intestinale, stimola le difese
immunitarie, aiuta nei problemi cutanei. Dal trifoglio si estraggono fitormoni, ormoni vegetali in particolare estrogeni che rallentano il processo d’invecchiamento della pelle;
attenuano i disturbi della menopausa come
le caldane; combattono l’osteoporosi,
le malattie cardiovascolari e la depressione. Il trifoglio rosso è un rimedio
erboristico naturale conosciuto da secoli per i suoi effetti utili sulla
fertilità ed uno dei motivi per cui aiuta nei trattamenti mirati ad aumentare
la fertilità è che possiede attività simili agli estrogeni, un ormone
essenziale nel processo riproduttivo femminile. I fiori, invece, hanno un effetto espettorante, ripuliscono le
vie aere, curano le affezioni polmonari, la laringite, la bronchite, la tosse
secca e la pertosse. Il trifoglio rosso non è
raccomandato per le donne incinte e con condizioni come l'endometriosi, fibromi
uterini e tumori del seno, delle ovaie o dell'utero. Non devono assumere
trifoglio rosso a causa di possibili effetti estrogenici. E’ sconsigliata
l’assunzione del trifoglio rosso anche per gli uomini in caso di carcinoma
della prostata, a meno che non sia il medico stesso a consigliare di usarlo. Esistono
poche informazioni disponibili su come il trifoglio rosso potrebbe influenzare
un neonato o comunque un bambino piccolo, pertanto il suo uso non è
raccomandato durante l'allattamento o durante la prima infanzia.
FLORITERAPIA: Il Trifoglio aiuta le
persone a restare calme e centrate di fronte alla paura, al panico o
all’isteria collettiva. Permette di conservare il proprio equilibrio psichico.
Essa viene raccomandata nelle situazioni di emergenza, come disastri, conflitti
e catastrofi… Paura. Aiuta a sviluppare: Calma.
Estratto dal mio ebook "Grimorio verde - I Tesori della Terra"
Ostara - Equinozio di Primavera (20-21 Marzo)
Intorno al 21
Marzo cade l’Equinozio di Primavera, momento importante per i popoli antichi
perché indicava l’inizio del periodo della semina e l’avvicinarsi della
stagione calda. Ostara/Oestara è chiamato anche "Giorno della
Signora" o “Alban Eiler”(Luce della Terra), questa festa celebra il
ritorno della fertilità della terra. Ostara rappresenta la magia del nuovo
inizio, nel meraviglioso equilibrio di luce e buio dell'Equinozio di Primavera.
Siamo al Mattino del Mondo, nella luce crescente e chiara che rende i giorni
del buio un ricordo che inizia ad annebbiarsi. Nell'equilibrio, e nell’armonia
degli opposti ci viene incontro un mondo nuovo, ricco di promesse, di
fertilità, di apertura, di possibilità e colori. La Primavera è infatti
stagione di espansione, di creatività e di danza gioiosa.
L'Equinozio è il
giorno in cui nell’area mediterranea si commemorava il ritorno trionfante della
giovane Dea Kore/Persefone/Proserpina dal buio degli Inferi alla superficie
della terra, dalla Madre Demetra/Cerere, portando con sé i doni della luce, del
calore e della fertilità per tutta l’umanità.
Un altro mito che mostra bene invece l'idea di un sacrificio e di una successiva rinascita è quello frigio di Attis e Cibele: Attis, bellissimo giovane nato dal sangue della dea Cibele e da questa amato, voleva abbandonarla per sposare una donna mortale. Cibele lo fece impazzire ed egli si evirò morendo dissanguato. Dal suo sangue nacquero viole e mammole. Gli dei, non potendolo resuscitare, lo trasformarono in un pino sempreverde. Dopo l'Equinozio, si svolgevano nel mondo ellenico le Adonìe, feste della resurrezione di Adone, bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite che venne ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito). Adone era in realtà il dio assiro-babilonese Tammuz, a cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo "Adon" (Signore). Egli dimorava sei mesi all'anno negli inferi, come il sole quando si trova al di sotto dell'equatore celeste (autunno e inverno). Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, l'equivalente dell'Afrodite greca. Allo stesso modo si festeggiava Persefone che ritorna nel mondo dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti.
Secondo alcune mitologie
neopagane e wiccan questo è il momento dell’anno in cui si celebra l’incontro
della Giovane Dea Vergine, diventata fertile, con il Giovane Dio solare, nato
al Solstizio d’Inverno e ormai cresciuto in forza e bellezza. Il loro incontro
esprime l’equilibrio degli opposti, l’attimo impercettibile in cui tutto sembra
perfetto, bilanciato e in equilibrio. Così come la terra si sta risvegliando
dal torpore e dal sonno invernale così anche noi, insieme alla danza degli Dei
dell’anno, sentiamo che dentro di noi qualcosa si sta destando, è un momento di
grande fermento. Spiritualmente è il momento dei nuovi inizi, della semina di
ciò che abbiamo elaborato mentalmente durante l’inverno, programmando e
pianificando concretamente le nostre idee per poterle realizzare, è il tempo di
liberare le energie creative, produttive e sessuali, permetterci di esplorare
nuove possibilità di realizzazione sia a livello fisico che spirituale. E’ il
momento dell’innamoramento, del gioco della seduzione, della danza dell’amore,
dell’incontro e dell’esplorazione dell’altro, nel potere dell’energia
primaverile.
Dee venerate in
questo giorno sono: Persefone, Kore, Blodeuwedd, Eostre, Afrodite, Athena,
Cybele, Gaia, Hera, Iside, Ishtar, Minerva e Venere. Il Dio si trova nella sua
forma di Pan, Herne il cacciatore, l’Uomo Verde, Maponus, Angus, Mithras,
Odino, Thoth, Osiride. Ad Ostara, così come la Dea è Vergine in fiore, il Dio
prende l’aspetto di un guerriero, il campione della Dea, e come alcuni eroi (
Ercole o Artù ), ha 12 fatiche da attraversare, ognuna legata ad un segno dello
zodiaco. In alcune rappresentazioni mitiche durante le celebrazioni, il ragazzo
che impersona il giovane Dio, danzando attorno al cerchio, si mostra armato con
la Lancia del Sole e con le Frecce della Passione e quando interpreta la sua
parte, con il permesso della Dea, lancia le sue frecce nel sole e inizia il suo
viaggio. E’ il simbolo della giovinezza e dell’istinto della natura. Come per
gli altri festival stagionali antichi, questo giorno è stato in parte assorbito
dalla Chiesa cristiana ed associato a due giorni importanti. Il primo è la
festività dell’annunciazione della benedetta Vergine Maria, che cade il 25
marzo e il secondo, naturalmente, è la Pasqua, che riprende quasi per intero il
simbolismo intrinseco della festività antica di origine pagana.
Questo festival prende
il nome dalla Dea anglosassone della fertilità e della Primavera, Eostre/Ostara,
i cui simboli sono le lepri, l’agnello (simbolo di rinascita e resurrezione
divina, e anche legato al segno astrologico dell’Ariete, sotto il quale avviene
l’equinozio di primavera), la colomba (simbolo della primavera, dell’amore,
dell’anima che s’innalza e del divino femminile), le uova degli uccelli, i
semi, la luna nuova, le farfalle ed i bozzoli. Interessante tradizione tipica
della Pasqua è, infatti, lo scambio delle uova di cioccolato, in Germania ad
esempio vi è l’usanza che i bambini, la mattina della domenica di Pasqua,
chiamata Ostern, vadano alla ricerca nei giardini delle case delle uova
nascoste dal “coniglio pasquale”, in Inghilterra si fanno rotolare sulla strada
uova sode colorate fino a quando il guscio non sia completamente rotto. Questa
tradizione è fortemente legata al culto della Dea precedentemente descritta,
infatti nelle tradizioni pagane si celebrava il ritorno della dea andando a
scambiarsi uova “sacre” sotto l’albero ritenuto “magico” del villaggio, usanza
che dunque collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.
La leggenda
narra che un giorno la Dea, mentre faceva giocare un gruppo di bambini,
trasformò un uccello in coniglio. Con grande gioia dei bambini, l’animale
stregato depose uova colorate. Da questa leggenda traggono origine il coniglio
pasquale e il rito delle uova. I Celti associavano la lepre alle Dee della Luna
e della caccia. Cacciare questo animale e cibarsene era proibito, eccetto che
nel periodo primaverile e di Beltane, quando mangiare la lepre era considerato
come un modo per accrescere la fertilità. Nella tradizione buddista le leggende
narrano di come una lepre si fosse sacrificata per nutrire Buddha affamato
balzando nel fuoco. In segno di gratitudine Buddha impresse l’immagine
dell’animale sulla luna. L’uovo non è scelto a caso ma è da sempre simbolo di
rinascita. Per il primitivo raccoglitore e cacciatore la Primavera portava gli
uccelli a deporre le proprie uova e dunque ad avere un nuovo sostentamento dopo
l’austerità dell’inverno. La stessa deposizione di uova differenti da parte
delle diverse specie di uccelli potrebbe portare all’idea delle uova
differentemente dipinte che si sono poi tramandate fino ai giorni nostri. Erano
disegnati con colori brillanti e con vari tipi di strisce e cerchi che
rappresentavano i cicli della vita, morte e rinascita. Il tuorlo dorato rappresenta
il Dio Sole, il suo albume è visto come la Dea Bianca e il tutto è un simbolo
della rinascita. Il cesto pieno di uova decorate sta ad indicare il grembo
fertile della Madre. Sembra che l'uovo sia sempre stato usato come simbolo di
fertilità, di vita, di creazione e di rinascita. L’uovo è il principio da cui
nascono tutte le cose, l'ancestrale simbolo di vita. Porta in manifestazione
tutto ciò che prima era solo allo stato potenziale. L'uovo che si schiude fa
pensare alla neve e ai ghiacci che si sciolgono, liberando la vita che vi
scorre all'interno. E’ un simbolo che accomuna molte Dee Antiche. E'
interessante anche notare la somiglianza delle forme dell'uovo e delle ovaie, a
rafforzare sempre il parallelismo uovo-vita. L'uovo svolge inoltre una funzione
funeraria.
CELEBRARE
OSTARA
-Molti pagani
festeggiavano Ostara accendendo falò all'alba, suonando campanelle, decorando
le uova e mangiandole ritualmente, oppure seppellendole come offerta (in questo
caso usate colori alimentari).
-E’ il momento adatto
per la magia dei semi, che darà i suoi frutti a Lammas o Mabon, e la
benedizione dei semi da piantare nel vostro giardino.
-Organizzate un
bel pic-nic se il tempo permette e potreste organizzare anche una piccola
caccia al tesoro con i vostri amici o i vostri bimbi, dove dovranno trovare le
uova decorate o di cioccolato.
-Offrite alla
terra del fertilizzante composto da gusci di uovo sbriciolati e residui di
caffè e per gli spiriti della natura del miele o dei cristalli.
-Passeggiate nella
natura e avvertite il cambiamento in atto.
-In alcune
tradizioni Wicca, nella settimana che precede questa festa ogni strega richiama
alla mente le eventuali ingiustizie fatte a familiari e amici. Dopo averle
scritte su un foglio, cerca per tutta la settimana di riequilibrarle porgendo
scuse, restituendo prestiti, e così via. La notte della festa, ogni strega
porta la lista e le azioni fatte per riequilibrare karmicamente le cose
ingiuste. Nel corso del rito i fogli vengono bruciati, e il debito karmico è
annullato.
-La casa può
essere decorata con l’abbondanza dei fiori di primavera (comunque non cogliete
quelli selvatici per non contribuire alla loro estinzione, o ancor meglio,
comprate delle nuove piantine da tenere in casa o in giardino). I fiori e le
candele pastello possono essere anche introdotti nel vostro spazio rituale.
-E’ il momento
migliore per le “pulizie di primavera”.
-I cibi in tema
con il giorno (collegare i vostri pasti alle stagioni è un buon metodo per
armonizzarsi con la natura) comprendono quelli fatti di semi, come quelli di
girasole, zucca e sesamo, ed anche pinoli. Principalmente le uova, uova sode,
torte di miele, i primi frutti di stagione, biscotti, latte e miele. Anche i
germogli sono appropriati, visto che sono vegetali a foglia, e verdi.
- Ad Ostara è tradizione fare la
danza dell’equinozio. Un gruppo si muove in cerchio in senso orario, un altro
gruppo in senso antiorario, per rappresentare l’equilibrio tra buio e luce.
Un’altra danza tipica è la “grand allemande”. A coppie, disponetevi schiena
contro schiena, toccate con la mano destra la persona di fronte a voi,
muovendovi mentre questa si sposta, poi tendete la mano sinistra alla persona
successiva e così via.
Incenso
per Ostara:
2 parti di
incenso; 1 parte di benzoino; ½ parte di
noce moscata; ½ parte di petali di rosa;
½ parte di buccia di arancia
grattugiata; 10 gocce di olio essenziale di caprifoglio, gelsomino o violetta.
La
magia del seme
Sedetevi a
meditare sulla vita, sul cambiamento delle stagioni, sulle energie che crescono
sempre più forti. Ora pensate a tutti i nuovi progetti su cui desiderate
lavorare sopra, o su ciò che desiderate. Prendete un seme per ogni progetto, poggiandoli
uno alla volta nelle vostre mani a coppa, concentratevi sui pensieri o sulle
visualizzazioni dell’obiettivo che avete in mente (siate sicuri che i vostri
desideri siano etici e non causino il danno a chiunque, compresi voi). Quando
avete caricato ogni seme della vostra intenzione magica, premeteli in una
ciotola di terra, o direttamente nel terreno o nel vaso. Ora tenete la ciotola
nelle vostre mani ed immaginate un flusso di luce scorrere dalle vostre palme
nella terra, così eccitando i semi.
“Questo seme nella
nuda terra vado a piantare
perché questa/o
(qualità, progetto, desiderio o altro)) mia/o la/o voglio fare!
Seme, cresci,
cresci forte, germoglia, cresci, cresci
(nome) mia/o sarà
,finché positiva nella mia vita
si ramificherà!”
Dovete prendervi
cura delle piantine, il desiderio e l’intenzione si manifesterà insieme al
processo di crescita della pianta.
-Nimue-
Fonti:
“L’arte della
strega” di Dorothy Morrison
Siti:
“La Strega delle
mele”
“Il calderone
magico”
“Il cerchio della
Luna”
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