Questa storia bellissima, che merita di essere letta, è tratta dal Forum
di Millestorie http://www.millestorie.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=25516
Arianrhod
girò il Triskele tra le dita bianche come la neve. Dalla prima spirale uscì il
Cinghiale d'Oro rappresentante la terra ed il mondo materiale. Dalla seconda
spirale spuntò il Salmone di Cristallo personificazione dell'acqua degli
oceani, dei laghi e dei fiumi. Dalla terza spirale prese il volo il Drago del
Cielo con le sue ali d'aria che si tinsero nei colori dell'arcobaleno e del
turchese, sulle punte.
Il
Cinghiale le chiese il soffio della vita cominciando a girare la ruota
d'argento. Il Salmone volle l'elisir della fertilità. Il Drago desiderò il
respiro dell'etere potendo giungere all'alba e nel cuore della notte.
Appoggiò
l'indice sulla prima spirale, Ceugant, il mondo degli Dei.
Il
profumo dell'ambrosia le invase le narici mentre la Signora dell'amore faceva
germogliare intorno a sé i desideri più dolci e profondi, il Signore dei cieli
chiese alle stelle quale fosse il piacere più grande che avessero nell'anima.
Gli fu
risposto, la vita e la felicità.
Appoggiò
il dito sulla terza spirale, Gwynwydd, il mondo spirituale.
Una
grande forza benefica invase le stanze di Caer, il castello delle anime che
aspettavano la loro prossima incarnazione.
Miliardi
di preghiere si muovevano nell'aria come minuscole ali di farfalla
sussurrando
litanie con voci di fate. Le guardò snodarsi come un serpente infinito mentre
avvolgevano l'universo per dargli coraggio e respiro.
Mise il
dito sulla terza spirale, Abred, il mondo umano, la dimora degli uomini.
''Il
mondo dell'illusione,'' pensò.
'' Ogni
individuo ha una sua visione personale dell'universo, falsata dalle apparenze,
dai sentimenti dell'amore e dell'odio. L'invidia e la gelosia, le guerre, la
supremazia sono le forme più comuni del male che manipola la materia e la lega
al suo volere.
La
ricchezza e la povertà, i pregiudizi e l'immoralità, il conformismo e
l'animalità sono i veleni che oscurano la luce divina concessa ad ogni essere
umano.''
Passato,
presente e futuro si snodavano dal centro del Triskele, uniti in un Continuo
Infinito Presente che fluiva incessantemente e dove tutto coesiste. Lasciò
l'oggetto facendolo cadere nell'acqua ai suoi piedi.
Dalle
spirali fuoriuscirono flussi di potente energia che si diramarono in ogni
direzione.
''Il
nutrimento
l'essere
il
principio
la fine
il
silenzio
l'impermanenza
la non
dualità
la
compenetrazione
l'anima
i cinque
sensi
più il
sesto.''
Disse a
bassa voce.
La prima
stella della sera si affacciò nel cielo. Il suo scintillio fece da richiamo a
tutte le altre che apparvero una dopo l'altra.
Ormai era
giunto il tempo di uscire dalla porta della sera e tra pochi minuti avrebbe
fatto il suo ingresso illuminando terra e oceani con la luce del plenilunio.
Due
conigli saltavano l'uno di fronte all'altro sulla superficie luminosa del
castello.
Il primo
vedeva arrivare le anime del mondo, il secondo le vedeva uscire dal ponte
principale della bianca dimora.
Arianrhod
accarezzò il primo coniglio dicendogli:
''
Trattali bene mio dolce amico, hanno sofferto tanto nella prova umana perchè la
carne è soggetta al dolore e la morte li ha spaventati come un incubo che fa
paura.''
Poi si
rivolse al secondo:
'' E tu
mio buon consigliere, dà loro il consiglio migliore affinchè rimanga custodito
nella loro anima e li guidi nelle scelte che faranno nella vita. Se non ti
ascolteranno, abbi pazienza, una chance sarà stata loro concessa invano.''
La luna
piena uscì da dietro le alte montagne scure. Illuminò i mari ed i continenti
col suo velo d'argento. Tutti gli animali, le piante e gli spiriti che vagavano
ancora sulla terra, si fermarono a guardarla, chiedendole un po' di conforto
per le dure prove della vita.
Arianrhod
prese la sua lira di cristallo e pizzicando le corde sottilissime dello
strumento magico, diede loro granelli di pace facendoli cadere nell'anima di
coloro che riuscivano ad ascoltarla. Un dolcissimo incanto legava il cuore di
ogni essere che guardandola, riceveva una goccia di balsamo divino per le
ferite del cuore.
Gli
alberi respirarono a pieni polmoni quell'armonia celeste. Ogni radice, ogni
foglia, ogni fiore si inebriarono del magnetismo invisibile che nutrì ogni loro
fibra.
Un elfo
uscì dal portale del tempo salendo su una roccia alta per guardare meglio la
Signora del Castello di Caer, la Bianca Arianrhod che illuminando le notti,
culla il cuore di uomini, Dei e Semidei. La Madre che regola i liquidi
biologici della natura e dei mari regalando alla terra la fertilità della vita.
L'elfo
allargò le braccia al cielo e cantando con voce melodiosa, recitò la preghiera
di Arianrhod per donare miele divino ai due conigli della Bianca Dama della
notte.
''Tre
volte
tre
giri
tre
cerchi.
Tre fasi
tre stadi
tre
anelli.
Nove
cicli
nove
porte
nove
direzioni
acqua e
fuoco
terra e
aria
anima e
vento.
La culla
della nascita
la
custode della morte
ventotto
semi da dividere
uno dopo
l'altro.
Il velo
del mistero
lo
scrigno del silenzio
Crescente,
Piena e Calante
come le
fasi dell'esistenza.
La sfera
rotola nella notte
la ruota
d'argento gira senza fine.
Ogni
razza trattiene il suo nutrimento
e quando
il suo tempo è finito
lascia il
bozzolo
per
tornare nel suo ventre.
Tre nodi
tre
lodi
tre
battiti di mano.
La
Quercia e la Betulla
prendono
linfa dalle stelle.
Finchè ci
saranno gli alberi
ci sarà
anche il genere umano
figli,
padri, madri, amici e nemici
del
segreto della vita.
Dietro la
porta del castello
c'è la
fonte degli elfi
idromele
ed ambrosia
sono il
sangue che scorre loro dentro.
Tre
chicchi
tre
spicchi
tre
petali di trifoglio
ogni
giorno
sia un
tuo sospiro
ogni
notte
una magia
in più
dall'universo
ad ogni cuore sveglio.''
Quand'ebbe
finito, il piccolo elfo si sedette sulla radice di un frassino e prendendo da
una tasca il suo piffero magico, si mise a suonare dolcemente. Tutti gli
animali del bosco gli si fecero intorno e lasciandosi cullare da quelle note di
miele guardavano la luna piena e lasciavano volare intorno ad essa i loro
sogni.
Arianrhod
allungò una mano verso di lui e sfiorando il suo berretto verde, lasciò cadere
sul suo capo un pizzico di polvere di luna. L'elfo diventò un magnifico
unicorno alato che galoppando sull'acqua del fiume prese il volo andandosene in
giro tra le stelle. Ogni cometa, ogni asteroide e pianeta lo vide correre e
volare con le ali della felicità attaccate dietro le possenti spalle e di lui
serbarono un bellissimo ricordo quando la notte finì e l'elfo ritornò nel suo
regno fatato.
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