Dipinto, griffato,
inciso, questo totem talismanico è amico del Sole e dei fiori dal cui polline
estrae l' elisir della vita. Ne sa qualcosa Zeus, il padre degli dei e degli
uomini, che dall' ape Panacride ebbe il miele che lo nutrì bambino. L'Ape, come
simbolo regale di sopravvivenza e di resurrezione, è stata ricordato in
leggende, in odi e nei testi sacri da tutti i popoli dell'antichità, perché le
si accordavano dei doni divini, dei poteri sorprendenti e
misteriosi. L’ape è simbolo i fertilità, di nutrimento, di laboriosità ed
efficienza, ma rappresenta anche la difesa intrepida della proprietà, della
casa e quindi della famiglia. Svelare il segreto dell'alveare è come cercare di
svelare il mistero femminile, penetrarne il significato, riuscire a
sublimare principalmente nella sua "Regina", nell' immagine della
penetrazione e fecondazione, l' importanza stessa della vita. I Celti le
consideravano Messaggere degli Dei, portatrici della conoscenza
dell’Altromondo, ciò faceva del miele un alimento sacro e pregiato, ingrediente
fondamentale delle bevande rituali come l’idromele, e si riteneva fosse uno dei
componenti della pozione che bolliva nel Calderone della Dea Madre, l’Awen.
Secondo la
leggenda, "Api" erano chiamate le sacerdotesse di Demetra (dea delle
messi) che nei riti Eleusini esprimevano con un brusio di richiamo la loro
raffinata istintualità. Le Api, o Melisse, sono sacre anche alla Dea Brighid,
che si dice avesse un meleto nel Mondo ultraterreno ove volavano le api
per ottenere un nettare magico. La capacità dell’ape di trasformare il
polline in miele si può accomunare al lento lavoro iniziatico. Al frutto del
suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico, per via del miele che serve
alla preparazione dell’ambrosia, bevanda sacra presso i Celti, i Germani e i
Greci, o della cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. È
emblema dell’eterna rinascita e del rinnovarsi della natura a causa della sua
sparizione nei mesi invernali e del ritorno in primavera. Nell’antico Egitto
l’ape, paragonata all’anima, riportava in vita il defunto qualora entrasse
dalla sua bocca. Per gli egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua
nascita dalle lacrime di Ra. La statua dell’ Artemide (Diana) di Efeso mostra
la Dea circondata da diversi animali tra cui le api, per esprimere la ricchezza
della natura, infatti anche le sacerdotesse caste di Artemide venivano chiamate
Melisse, o Api. Anche le Amazzoni spesso si definivano tali. Il ronzio
incessante delle api è spesso associato all'innalzamento dell'energia che
conduce all'estasi del Nirvana e una persona che giace in una fossa piena d'api
spesso rappresentava l'illuminazione. Le api sono sacre anche a Budda, spesso
rappresentato ricoperto da questi insetti.
Apprezzata come un
elemento vitale, l'ape, il suo miele e la sua cera, ha trovato nella farmacopea
antica come in quella moderna, il suo prezioso utilizzo. Infatti l'uso del
miele è molto antico, conosciuto già nella preistoria, come lo dimostra il
graffito delle Cuevas des Arona a nord-ovest di Valencia in
Spagna. Risulta che fosse molto apprezzato dagli ittiti e dagli egizi;
presso tale popolo vi era una vera e propria apicoltura come lo indicano i
geroglifici databili 3.500 a.C ed il ritrovamento di un vaso di miele in una
tomba egizia reale. Le api, dicono i loro studiosi, vivono in società
matriarcali, pluriennali, formate da femmine, una sola feconda (la regina) e
migliaia sterili (operaie), mentre i maschi (fuchi) compaiono durante un solo
periodo dell' anno. La regina viene fecondata poco dopo lo sfarfallamento,
durante il viaggio nuziale ed ha unicamente il ruolo di ovificare. Infatti essa
viene nutrita e servita in tutte le sue necessità dalle operaie che secondo l'
età si suddividono i compiti di nutrice, poi di operaia ed infine di attiva
raccoglitrice di nettare e polline. Le api rappresentano gli
imenotteri sociali per eccellenza, in quanto occupano uno dei livelli evolutivi
più elevati tra gli insetti, soprattutto per quanto riguarda la trasmissione
d'informazioni. Ad esempio, famosi sono i due tipi di danze
circolari con cui le api segnalano alle compagne la direzione e la distanza del
luogo in cui hanno individuato il cibo. Le api generalmente non sono
aggressive, solo le femmine sono provviste di pungiglione e pungono solo se si
sentono minacciate, a differenza di vespe e calabroni. La sua puntura però può
risultare pericolosa nei soggetti allergici al veleno che secerne. L'ape
punge una sola volta perché il suo pungiglione, che presenta delle piccole
seghettature all'estremità, si stacca dal corpo quando l'ape tenta di ritrarlo.
Così l'insetto, volato via, muore.
per mandarti una mail come si fa? non trovo l'indirizzo
RispondiEliminaCiao Emanuela...la mia mail è avalon85@hotmail.it
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