Secondo il mito, era la figlia
prediletta e più potente di Dana e Beli. Il suo nome significa “Ruota
d’Argento” o “Madre molto prospera”. Il suo consorte è Nwyvre
('cielo, spazio, Firmamento') ma è sopravvissuto solo di nome. Signora
della Via Lattea, Dea delle stelle, della luna, della fertilità, della magia,
della giustizia e della reincarnazione. Fortemente legata al mare, come la luna
il suo viso è diafano e misteriosamente incantevole e la sua bellezza
impareggiabile. Guardiana della ruota d’argento delle stelle, simbolo del
karma, il suo compito consiste nel condurre le anime dei trapassati nel suo
castello a spirale, Caer Arianrhod, o Caer Sidi, nella costellazione della
Corona Boreale, o luci del nord. Ed è lì che i trapassati attendono che la ruota
giri fornendo loro l’opportunità di rinascere. Arianrhod è la maestra di Caer
Sidi, la Torre dell'iniziazione dell'Altromondo. E 'stato detto che
è a Caer Sidi che i poeti appresero la saggezza delle stelle. Quindi lei
accompagna i morti oltre il velo, ma fa anche il percorso inverso, cioè conduce
dalla morte alla vita e sin dalla nascita illumina la strada nell’oscurità,
dunque rappresenta anche il coraggio di avventurarci dove non conosciamo la
strada, il coraggio di andare oltre i nostri limiti.
Arianrhod, quindi, è il collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti,
che unisce tenebre e luce. Il buio è anche ciò che per noi è ignoto,
l’inconscio, quanto nella nostra vita è nascosto ma presente. Lei è la torcia
che fa luce in questo reame sconfinato che spesso neghiamo, o forse non
riconosciamo, di avere. La sua funzione è di guida, illuminazione e libertà.
Arianrhod presiede all’aurora, alle fasi lunari e a tutte le questioni
femminili, alle nascite, ai matrimoni, alla fertilità e ai riti lunari ma può
portare anche sterilità, carestia, fame, guerra e morte presentando il suo
terrorizzante lato oscuro. Secondo i miti poteva trasformarsi in gufo, il suo
animale preferito. Attraverso gli occhi del gufo, vede anche nelle tenebre del
subconscio umano e dell'anima. Il gufo simboleggia la morte e
rinnovamento, la saggezza, la luna, la magia, e le iniziazioni. Si dice
che voli con forza per tutta la notte donando conforto e guarigione a coloro
che la cercano. La sua festa cadeva il 2 dicembre, ma si invocava la sua
benevolenza a ogni Luna Piena. Ella aveva tre aspetti: una fanciulla (la Luna
Crescente), una madre (la Luna Piena) e una vecchia (la Luna Calante). Era la
Luna nel cielo, la Madre di tutto il creato sulla Terra e anche la dea
dell’Oltretomba; come Luna era legata alle fasi, come Terra alle stagioni, come
dea dell’Oltretomba presiedeva alla nascita, alla morte e alla vita dopo la
morte. Arianrhod è considerata una Dea Vergine e Madre, dunque iniziatrice per
eccellenza. Secondo il mito narrato nel Mobinogion, partorisce due figli al re
senza conoscere uomo, camminando sul bastone magico di Math. Il primo viene
chiamato Dylan, bambino solare divino, Dio del mare, che in forma di pesce
ritorna subito nell’oceano, nel grembo della Madre, il vuoto cosmico dove
alberga il nostro sé divino. Il secondo Llew Ilew Gyffes “leone dalla mano
ferma” viene cresciuto da Gwydion il mago poiché Arianrhod rifiuta di
riconoscerlo. La Dea pone tre gaesa, tre prove o comandamenti magici, sul
bambino: non potrà avere un nome, delle armi e una sposa di questo mondo. Llew
(assimilabile al Dio del sole Lugh) dovrà così usare il suo coraggio, la sua
forza e la magia di Gwydion per conquistare dalla madre un nome, quindi essere
riconosciuto come figlio, venire propriamente all’esistenza come uomo, una
prima iniziazione; ricevere le armi, dunque una seconda iniziazione, quella
della vita adulta di guerriero; ed infine una sposa che Math e Gwydion
creeranno per lui dai fiori, la Bianca Blodeuwedd, altra Vergine che darà la
terza ed ultima iniziazione a Llew: quella della morte e della rinascita
spirituale. Arianrhod è dunque Signora del Destino Personale, colei che ci
mette alla prova per testare la nostra integrità e farci scoprire quella forza
interiore, quella consapevolezza a cui solo nei momenti di dolore e difficoltà
riusciamo ad accedere. E’ una madre giusta che ci spinge a realizzare il nostro
pieno potenziale, a vivere pienamente ed essere ciò che siamo nate per
divenire. Ci insegna che il tempo è circolare, per cui ogni fine non è altro
che un nuovo inizio. Il suo mito lega profondamente Arianrhod ad Avalon e alle
mitiche isole dei morti dell’occidente celtico, in cui la Dea e le sue figlie
accolgono i re morenti. Arianrhod si nasconde, ma quando compare è per porre un
ostacolo, per permettere la crescita, nel buio, nel calderone. I suoi simboli
sono la ruota d’argento, la spirale, la cornucopia, le stelle, il grano, la
spada, il telaio e la civetta.
venerdì 26 aprile 2013
La Bianca Arianrhod
Questa storia bellissima, che merita di essere letta, è tratta dal Forum
di Millestorie http://www.millestorie.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=25516
Arianrhod
girò il Triskele tra le dita bianche come la neve. Dalla prima spirale uscì il
Cinghiale d'Oro rappresentante la terra ed il mondo materiale. Dalla seconda
spirale spuntò il Salmone di Cristallo personificazione dell'acqua degli
oceani, dei laghi e dei fiumi. Dalla terza spirale prese il volo il Drago del
Cielo con le sue ali d'aria che si tinsero nei colori dell'arcobaleno e del
turchese, sulle punte.
Il
Cinghiale le chiese il soffio della vita cominciando a girare la ruota
d'argento. Il Salmone volle l'elisir della fertilità. Il Drago desiderò il
respiro dell'etere potendo giungere all'alba e nel cuore della notte.
Appoggiò
l'indice sulla prima spirale, Ceugant, il mondo degli Dei.
Il
profumo dell'ambrosia le invase le narici mentre la Signora dell'amore faceva
germogliare intorno a sé i desideri più dolci e profondi, il Signore dei cieli
chiese alle stelle quale fosse il piacere più grande che avessero nell'anima.
Gli fu
risposto, la vita e la felicità.
Appoggiò
il dito sulla terza spirale, Gwynwydd, il mondo spirituale.
Una
grande forza benefica invase le stanze di Caer, il castello delle anime che
aspettavano la loro prossima incarnazione.
Miliardi
di preghiere si muovevano nell'aria come minuscole ali di farfalla
sussurrando
litanie con voci di fate. Le guardò snodarsi come un serpente infinito mentre
avvolgevano l'universo per dargli coraggio e respiro.
Mise il
dito sulla terza spirale, Abred, il mondo umano, la dimora degli uomini.
''Il
mondo dell'illusione,'' pensò.
'' Ogni
individuo ha una sua visione personale dell'universo, falsata dalle apparenze,
dai sentimenti dell'amore e dell'odio. L'invidia e la gelosia, le guerre, la
supremazia sono le forme più comuni del male che manipola la materia e la lega
al suo volere.
La
ricchezza e la povertà, i pregiudizi e l'immoralità, il conformismo e
l'animalità sono i veleni che oscurano la luce divina concessa ad ogni essere
umano.''
Passato,
presente e futuro si snodavano dal centro del Triskele, uniti in un Continuo
Infinito Presente che fluiva incessantemente e dove tutto coesiste. Lasciò
l'oggetto facendolo cadere nell'acqua ai suoi piedi.
Dalle
spirali fuoriuscirono flussi di potente energia che si diramarono in ogni
direzione.
''Il
nutrimento
l'essere
il
principio
la fine
il
silenzio
l'impermanenza
la non
dualità
la
compenetrazione
l'anima
i cinque
sensi
più il
sesto.''
Disse a
bassa voce.
La prima
stella della sera si affacciò nel cielo. Il suo scintillio fece da richiamo a
tutte le altre che apparvero una dopo l'altra.
Ormai era
giunto il tempo di uscire dalla porta della sera e tra pochi minuti avrebbe
fatto il suo ingresso illuminando terra e oceani con la luce del plenilunio.
Due
conigli saltavano l'uno di fronte all'altro sulla superficie luminosa del
castello.
Il primo
vedeva arrivare le anime del mondo, il secondo le vedeva uscire dal ponte
principale della bianca dimora.
Arianrhod
accarezzò il primo coniglio dicendogli:
''
Trattali bene mio dolce amico, hanno sofferto tanto nella prova umana perchè la
carne è soggetta al dolore e la morte li ha spaventati come un incubo che fa
paura.''
Poi si
rivolse al secondo:
'' E tu
mio buon consigliere, dà loro il consiglio migliore affinchè rimanga custodito
nella loro anima e li guidi nelle scelte che faranno nella vita. Se non ti
ascolteranno, abbi pazienza, una chance sarà stata loro concessa invano.''
La luna
piena uscì da dietro le alte montagne scure. Illuminò i mari ed i continenti
col suo velo d'argento. Tutti gli animali, le piante e gli spiriti che vagavano
ancora sulla terra, si fermarono a guardarla, chiedendole un po' di conforto
per le dure prove della vita.
Arianrhod
prese la sua lira di cristallo e pizzicando le corde sottilissime dello
strumento magico, diede loro granelli di pace facendoli cadere nell'anima di
coloro che riuscivano ad ascoltarla. Un dolcissimo incanto legava il cuore di
ogni essere che guardandola, riceveva una goccia di balsamo divino per le
ferite del cuore.
Gli
alberi respirarono a pieni polmoni quell'armonia celeste. Ogni radice, ogni
foglia, ogni fiore si inebriarono del magnetismo invisibile che nutrì ogni loro
fibra.
Un elfo
uscì dal portale del tempo salendo su una roccia alta per guardare meglio la
Signora del Castello di Caer, la Bianca Arianrhod che illuminando le notti,
culla il cuore di uomini, Dei e Semidei. La Madre che regola i liquidi
biologici della natura e dei mari regalando alla terra la fertilità della vita.
L'elfo
allargò le braccia al cielo e cantando con voce melodiosa, recitò la preghiera
di Arianrhod per donare miele divino ai due conigli della Bianca Dama della
notte.
''Tre
volte
tre
giri
tre
cerchi.
Tre fasi
tre stadi
tre
anelli.
Nove
cicli
nove
porte
nove
direzioni
acqua e
fuoco
terra e
aria
anima e
vento.
La culla
della nascita
la
custode della morte
ventotto
semi da dividere
uno dopo
l'altro.
Il velo
del mistero
lo
scrigno del silenzio
Crescente,
Piena e Calante
come le
fasi dell'esistenza.
La sfera
rotola nella notte
la ruota
d'argento gira senza fine.
Ogni
razza trattiene il suo nutrimento
e quando
il suo tempo è finito
lascia il
bozzolo
per
tornare nel suo ventre.
Tre nodi
tre
lodi
tre
battiti di mano.
La
Quercia e la Betulla
prendono
linfa dalle stelle.
Finchè ci
saranno gli alberi
ci sarà
anche il genere umano
figli,
padri, madri, amici e nemici
del
segreto della vita.
Dietro la
porta del castello
c'è la
fonte degli elfi
idromele
ed ambrosia
sono il
sangue che scorre loro dentro.
Tre
chicchi
tre
spicchi
tre
petali di trifoglio
ogni
giorno
sia un
tuo sospiro
ogni
notte
una magia
in più
dall'universo
ad ogni cuore sveglio.''
Quand'ebbe
finito, il piccolo elfo si sedette sulla radice di un frassino e prendendo da
una tasca il suo piffero magico, si mise a suonare dolcemente. Tutti gli
animali del bosco gli si fecero intorno e lasciandosi cullare da quelle note di
miele guardavano la luna piena e lasciavano volare intorno ad essa i loro
sogni.
Arianrhod
allungò una mano verso di lui e sfiorando il suo berretto verde, lasciò cadere
sul suo capo un pizzico di polvere di luna. L'elfo diventò un magnifico
unicorno alato che galoppando sull'acqua del fiume prese il volo andandosene in
giro tra le stelle. Ogni cometa, ogni asteroide e pianeta lo vide correre e
volare con le ali della felicità attaccate dietro le possenti spalle e di lui
serbarono un bellissimo ricordo quando la notte finì e l'elfo ritornò nel suo
regno fatato.
mercoledì 24 aprile 2013
Beltane (1 Maggio)
"Presto, presto, il primo
maggio è arrivato,
il tempo dell'amore è cominciato!"
"Beltane" significa "fuoco di Bel" e si riferisce ai falò che venivano accesi dai Druidi in onore del Dio celtico Bel, Beli, Beleno o Belenus. Egli è il Dio celtico della luce, del fuoco e della guarigione, aveva sì le qualità del sole ma non era prettamente una divinità solare, non essendo i celti specificatamente devoti del Sole che consideravano una divinità femminile. La festa è carica di simbolismi solari e ignei. In questo giorno venivano bruciati i fantocci antropomorfi in vimini. Questo giorno segna l’inizio del ciclo diurno e solare, il momento in cui il bestiame si avvia al pascolo. È parimenti una festa sacerdotale della massima importanza, in cui il re supremo d’Irlanda riaccendeva il fuoco sacro insieme ai suoi druidi e si festeggiava con giochi e banchetti. Beltane è anche conosciuto come la Vigilia di Maggio, il giorno di Maggio e la notte di Valpurga. I raccolti sono benedetti per l'anno che verrà e danzare attorno al fallico palo di maggio è una tradizione che ancora esiste in molti luoghi. La fertilità esplode dal guscio che una volta lo conteneva e il verde della terra sta velocemente ritornando ai nostri occhi. Nella vecchia Europa, interi villaggi celebravano Beltane scappando nei boschi per fare del sesso libero. Qualsiasi bambino fosse stato concepito durante questa occasione veniva considerato figlio degli Dei. Questi "matrimoni silvani" erano atti di magia simpatica che si credeva avessero un effetto positivo sul raccolto, sugli animali e su loro stessi. Veniva eletta una regina ed un re di Maggio per condurre i festeggiamenti. Rappresentavano infatti il Dio e la Dea in terra. Tradizionalmente, la regina di maggio cavalcava un cavallo bianco, mentre il re, uno nero. Il re di maggio era anche chiamato "il signore del palo di maggio", mentre la regina "vergine madre". Venivano incoronati con fiori e la giornata di festeggiamenti era seguita da una notte di amore. "I matrimoni di maggio" che accadevano questa notte, potevano durare un anno e un giorno o solo dal tramonto all'alba. La fertilità del raccolto è un tema importante in questo Sabba. Le scope venivano cavalcate come cavalli attraverso i campi dalle donne, in un simbolico rito di fertilità. Il Palo di Maggio era la parte centrale della celebrazione e sopra portava una ghirlanda. Il palo rappresentava le forze maschili e la ghirlanda quelle femminili. Gli uomini rincorrevano a cavallo le donne, cercando di prenderle, come Pwyll che rincorre Rhiannon (Lei non poteva essere presa se non voleva). Il palo era solitamente il pino che era stato decorato a Yule con la maggior parte dei rami rimossi. I nastri venivano attaccati nella parte superiore ed erano rossi e bianchi: il rosso del Dio e il bianco della Madre. I partecipanti avrebbero iniziato a danzarci attorno: gli uomini tenendo un nastro rosso e le donne quello bianco. Durante la danza i nastri venivano intrecciati per formare un simbolico incrocio di nascita attorno al palo fallico, che ovviamente rappresentava l'unione della Dea e del Dio.
Il falò era anche una parte del rituale e
il fuoco di Beltane era composto dai nove legni sacri ai Celti (betulla, quercia, sorbo, salice, biancospino, nocciolo, melo, vite, abete). I fuochi della
casa venivano spenti e venivano riaccesi dal fuoco sacro del rituale. I campi e
le case erano benedetti con delle foglie brucianti. Il bestiame veniva fatto passare tra due falò per essere
benedetto e per allontanare le malattie. Un'altra tradizione era quella di saltare sul fuoco tre
volte per avere buona fortuna. Le coppie avrebbero sancito la loro promessa
d'amore, saltando sul fuoco assieme. Si considerava sfortunato essere sposati
nel mese di Maggio, il matrimonio sacro era riservato al Dio e alla Dea.
Attività per Beltane
Beltane segna l'inizio dell'estate ed è un
tempo per festeggiare, celebrare e gioire. E' un momento per guardare avanti,
al futuro e per prepararci ai mesi caldi che verranno. E' anche tempo d'amore e fertilità. Nella tradizione celtica, i due grandi festival dell'anno solare
sono Samhain e Beltane, la celebrazione della morte e della rinascita,
rispettivamente. E' anche un momento di conoscenza profonda del sé e di
sviluppo del proprio potenziale, nella ricerca di una crescita personale.
La
prima mattina di maggio viene considerata magica per le acque (
rugiada, fiumi, cascatelle ), esattamente come per la rugiada del 24 giugno.
Infatti veniva raccolta e conservata ed utilizzata per fare bagni di bellezza o
bevuta per ottenere guarigione. Si dice che la fanciulla che fa il bagno in
questa acqua magica sarà bella per tutto l'anno che segue.
Gli ultimi tre
giorni di Aprile le case vanno purificate con fumigazioni di bacche di ginepro.
Un'altra usanza consiste nel attaccare nastri, o pezzi di stoffa (il colore dovrebbe rispecchiare la natura del desiderio) ai cespugli di biancospino, l'albero delle fate, esprimendo un desiderio, per propiziare amore, fortuna o guarigione. Lasciate un dono alle fate.
Indossate abiti dalle tinte
pastello, campanellini e fiori.
E’ il periodo adatto per organizzare
un pic-nic o una cena romantica.
Iniziate a raccogliere le prime erbe da
essiccare.
Cibi adatti per la festa sono insalate, frutti rossi, maiale e
manzo, vino, farina d'avena o torte d'orzo. I cibi tradizionali sono anche i
latticini e piatti come la crema di calendula ed il gelato alla vaniglia. E’ il
periodo in cui si prepara lo cherry e si inizia a gustare l’idromele, o il
sidro preparato in autunno.
E’ il momento migliore per i riti di passaggio.
Preparate dei sacchetti di protezione per voi e gli amici cari.
Organizzate una
festa e incoronate una regina e un re di maggio.
Danzate intorno al Palo di Maggio.
Accendete un falò e quando le fiamme si abbassano saltatevi sopra per purificarvi e attrarre buona fortuna.
Fate una coroncina o una
maschera di fiori e nastrini per rappresentare la Dea nella sua bellezza. Se
siete uomini fate delle maschere fatte di foglie per rappresentare la forza del
Dio.
domenica 14 aprile 2013
Danu
Danu sarebbe una Dea Madre, le prove della sua esistenza non sono accertate (consiglio di leggere il post, lunghetto, ma illuminante XD http://spaziosacroaltaredibrigida.blogspot.it/2013/06/le-tuatha-de-danann.html). Il nome di Danu significherebbe “conoscenza, acqua dei cieli”. Secondo il mito celtico il suo trono è collocato nella costellazione circumpolare di Cassiopea. In un mito, riscritto da Peter Berresford Ellis, Danu sarebbe la sposa di Bilè (Bilios, Beli). Secondo il mito fu Danu ad irrigare l’Albero del Mondo (rappresentato da Bilè, il cui nome significa “Albero Sacro”, è quindi un’unione simbolica e feconda tra le due divinità) e a concedere la vita alla Terra. Dalla loro unione nacque Dagda e Brighid. Molti fanno il parallelismo tra Danu e la gallese Don i cui figli sono: Gwydyon (scienza e luce), Arianrhod (Dea dell’alba, della Luna e delle Stelle, Signora della Via Lattea e custode delle anime), Nudd (Dio del cielo), Amaethon (agricoltura), Gofannon (arte del metallo), Penardun (moglie di Llyr, Signore del mare), Gilfaethwy, Nynniaw e Peibaw. Don era considerata la Dea degli Antenati, La Madre degli Dei, è una Dea antica, di cui si sa poco, progenitrice di tutte le tribù. L’unione della Dea con il Dio della tribù, celebrata nella mitologia e nel rituale tradizionale, rappresentava il legame tra il popolo e il suolo fertile. Peccato però che sia il mito irlandese che quello gallese siano stati oggetto di profonde rielaborazioni letterarie, ragione per cui non è molto agevole mettere in correlazione eventi e personaggi.
Alcune
delle più antiche pratiche religiose conosciute vengono da un popolo di origine
mediterranea, chiamato Dravidi, insediatosi circa 6.000 - 5.000 anni fa nella Valle
dell’Indo, prima ancora di loro vi furono gli Adivasi, una società tribale, di
stampo matriarcale e animista. La religione dravidica si fonda sul culto per la
Dea Madre, per il dio Shiva, per gli alberi sacri, per alcuni animali quali la
vacca e il cobra, e per i simboli sessuali intesi come continuità del genere
umano; molto importante è anche il rito della cremazione. La loro
religione fu trasportata nei millenni dai mercanti marittimi e da varie
correnti migratorie, fino a formare la base dei sistemi pagani di tutta Europa.
Le divinità dei Dravidi, ossia Shiva (o Isha) e Shakti (o Uma, Devi, Danu), possono
esser visti nella prospettiva di datazione, migrazioni e delle radici
tradizionali come i precursori della dualità europea del Signore e della
Signora. Si pensa, infatti, che alcune genti di origine indo-europea, si
stanziarono nella regione del Danubio e da lì si espansero in tutta Europa
all'inizio del 1 ° secolo a.C., giungendo fino all’Irlanda, dove vennero
chiamati "Tuatha de Danann" (Le tribù di Danu) perché portarono con sé
la loro Dea. Danu, Madre dei Danava, nei Rigveda è la personificazione delle
acque primordiali. Viene chiamata la madre di Vrtra, il serpente demoniaco
ucciso da Indra. La dea indù Danu è stata la madre degli oscuri Asura gruppo di
divinità in contrasto con i luminosi Deva. Mentre nello zoroastrismo, un'altra
antica religione indiana gli ahuras (Asura) sono gli esseri buoni e i Deva sono
gli esseri malvagi. Probabilmente questa contrapposizione di vedute dipende da
contrasti interni tra due o più tribù. La parola sanscrita danu, intesa come
"pioggia" o "liquido", viene paragonata all'avestico danu
che significa "fiume". In Irlanda, il nome della Dea significa
"rapido fluire." La radice "dan" significa invece
"conoscenza" in gaelico. In gallese "dan-" significa
"terra bassa" o "terra umida". Il nome Danu quindi sembra
affine con il sanscrito, "Dana" che significa "le acque del
cielo." In indù, Danu significa "sconosciuto".